Busillis è un termine o un modo di dire che si usa per riferirsi ad un "problema complicato e difficile da risolvere". Deriva da una sillabazione errata della frase latina " in diebus illis " ("In quei giorni"). Si usa dire talvolta "non riesco a trovare questo busillis " "non riesco a venire a capo di questo busillis" o "ecco il busillis!".
L'oirigine dell'espressione è da ritrovarsi in un aneddoto che vede coinvolto il teologo medioevale Giovanni di Cornovaglia e che ci viene raccontato da Giraldo Cambrense, religioso, scrittore e storico gallese.
Un giorno venne chiesto a Giovanni di spiegare il significato in un termine ritrovato in un testo evangelico: la parola in questione era proprio 'busillis'. Si pensava addirittura fosse il nome di personaggio famoso. Non riuscendo a dare una risposta, il teologo chiese di controllare il testo originale, un foglio di messale, e scoprì che vi era scritto nel testo:
"in diebus illis magnis plenæ " (a quei tempi c'erano molte cose").
La sillabazione era stata applicata erroneamente e dunque la frase era diventata
"indie busillis magnis plenæ " ("c'erano molti busilli giganti in India"),
"busillis" rappresentava infatti il caso ablativo di un sostantivo maschile di significato inesistente che egli aveva cercato di declinare.
Il racconto continua così:
Visto ciò, il maestro Giovanni gli disse che, avendo quella parola origine dalla pagina divina, cioè dal Vangelo, il giorno dopo avrebbe voluto indagarla col pubblico della sua lezione. Quando lo fece, avendo suscitato il riso di tutti, il maestro prese l'occasione per mostrare con diversi esempi quanto sia grande per il clero la vergogna e lo scandalo derivante dalle tenebre dell'ignoranza e della mancanza di letture.»
L'errore dell'amanuense diventa tuttavia comprensibile se si considera che l'uso di lasciare uno spazio tra le parole è un'acquisizione recente.