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GEOGRAFIA DELL’ANTICA GRECIA

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“Chi ci libererà dei Greci e dei Romani?” si chiedeva Jean-Marie-Bernard Clément, scrittore francese del Settecento. Evidentemente nessuno, visto che nel Terzo Millennio dell’Era Cristiana, siamo ancora qui a parlare di loro. Abbiamo visto diverse buone ragioni per conoscere e amare gli antichi Elleni, il loro posto nella nostra civiltà, nella nostra storia, nella nostra cultura, nella nostra lingua e perfino, spesso inconsapevolmente, nel nostro vivere quotidiano. Senza conoscere i Greci e i Romani, non sapremo nemmeno chi siamo noi stessi e come siamo arrivati, nel bene o nel male, ad essere ciò che siamo oggi.

 

Breve infarinatura geografica dell’Antica Grecia

Antica grecia mappaLa Grecia non aveva e non ha tuttora questo nome per i greci. Per gli antichi essa era Ελλάς (Ellás)  e per i moderni è Ελλάδα (Elláda) da cui il nome italiano, meno comune, di Ellade.

Questo nome dapprima indicava una parte della Tessaglia, la Ftia, che comprendeva gli insediamenti di Alos (Halos) , Alope, Trachis , dei Pelasgi e di Argo e poi man mano fu esteso (come già si può leggere nell’Odissea), a tutta la penisola Greca.


HALOS

 (῎Αλος, “Αλος). – Città della Acaia Ftiotide, situata su di un contrafforte del monte Othrys, il cui territorio comprendeva nel II sec. a. C. la zona tra Tebe Ftiotide e il confine dei Maliesi (Strab., ix, 433)

fonte: Treccani.it

Varie etimologie sono state proposte per la parola Hellas, tra cui quella classica che la vorrebbe derivata dal nome dell’antico eroe Elleno re di Ftia appunto , ma nessuna di queste è universalmente accettata.

Altri la fanno risalire agli antichi vocaboli Sal (pregare), o Ell (montagna) e o Sel (illuminare).

L’ipotesi fra le più interessanti, è quella che ne ha fatto risalire l’origine dal nome di una città di nome Hellas  (che sarebbe un nome a sua volta derivato dalle due parole greche ελλάς ροή, “ellas roe”, cioé “torrente di montagna) vicino al fiume Spercheo, a sud della Tessaglia, chiamato così ancora oggi.

Elleni nel significato più ampio della parola, compare per iscritto per la prima volta in un epigramma inciso su di un tripode di bronzo con dedica ad Eracle, scritto da Echembroto, antico cantore e poeta greco arcadico (come ci riferisce il geografo e scrittore Pausània

Pausània (gr. Παυσανίας, lat. Pausanias). – Scrittore greco (seconda metà sec. 2º d. C.) di origine asiatica…Pubblicò la sua opera Periegesi della Grecia (Περιήγησις τῆς ῾Ελλάδος), in 10 libri, fra il 160 e il 177 d. C. fonte: Treccani.it‘) per celebrare la propria vittoria nei Giochi Anfizionici, e si riferisce alla 48a Olimpiade (584 a.C.).

“Εχέμβροτος Αρκάς έθηκε τω Ηρακλεί νικήσας τόδ’ άγαλμα Αμφικτυόνων αέθλοις, Έλλησι δ’ άδων μέλεα και ελέγους.”

“Ad Eracle tebano, Echembroto d’Arcadia dedicò questa offerta in cambio della sua vittoria ai Giochi degli Anfizioni, dove cantò ai Greci melodie e versi elegiaci con la musica del flauto.”

Gli dei e la Grecia

I termini moderni, utilizzati praticamente in tutte le lingue, dunque anche in italiano, e cioè “Greco” “Grecia” e “Greci” derivano dal latino Graecus, che a sua volta deriva dal greco Γραικός (Graikos), che era invece il nome di una tribù beota migrata in Italia nell’VIII secolo a.C. (secondo altri provenivano da una cittadina dell’Eubea). Omero, quando cita le forze beote nel celebre Catalogo delle navi dell’Iliade, fornisce il primo riferimento noto a una città beota chiamata Graea o Graia, e anche Pausania menziona Graea come nome dell’antica città di Tanagra.

Il termine Grecia viene anche fatto risalire al “Catalogo delle donne”, opera attribuita al poeta Esiodo, in cui si fa menzione di un eroe chiamato Γραικός = (Graikos), figlio di Zeus e Pandora.

Anche Aristotele parla dei Γραικο (Graikoi) come delle popolazioni abitanti nei dintorni di Dodona in Epiro, ma comunque sia, gli antichi greci qualificarono sempre sé stessi come “elleni” e la loro madre patria come “Ellade”, mentre i romani, rifacendosi alle antiche testimonianze della presenza dei primi greci in Italia provenienti dalla Beozia, si riferirono sempre agli elleni come “graeci” e alla loro patria come “Graecia”.

Questi ultimi termini prevalsero sui primi in tutto l’Occidente e, dopo la caduta di Roma e il tramonto del mondo antico, furono tramandati nel Medioevo e nelle epoche successive, fino ai giorni nostri.

La Grecia è un paese molto piccolo (appena 57.000 km2), poco più grande della Svizzera; ma  con un paesaggio variegato, tutto irto di montagne, attraversato da golfi; un paese la cui conformazione geografica ha influito notevolmente sul carattere degli uomini che lo hanno abitato.

La catena montuosa del Pindo, con i suoi contrafforti rocciosi, domina la parte settentrionale della Grecia, per abbassarsi poi appena si arriva a ridosso dell’istmo di Corinto, mentre la regione del Peloponneso, sempre dalla parte dell’istmo, si eleva fino a 600 metri sopra il mare, con catene alte, ripide e nevose che mano a mano precipitano sul mare, distendendosi lungo la costa in montagne sommerse con cime che sporgono dall’acqua.

Su questo terreno accidentato, c’è solo poco terriccio e tutt’intorno solo pietra.

I fiumi, come i torrenti, lasciano solo una stretta striscia di terreno fertile tra il loro letto quasi secco e la roccia brulla della montagna. Troviamo boschi, ricchi tra l’altro di cipressi, allori, palme, qua e là viti sparse sui pendii rocciosi; ma non ci sono ricchi raccolti né grandi pascoli. Gli abitanti di questo paese dovevano arrampicarsi spesso sulle alture, scalare rocce, correre sù per ripide salite. Dovevano essere svelti, ardimentosi, attivi e pieni d’iniziativa.

Suddivisione della Grecia

Mappa dell'Antica Grecia

Mappa dell’Antica Grecia da La grecia antigua di Zofia Archibald, 1997, Barcelona : Optima

Per comodità di comprensione geografica e storica, la Grecia può essere suddivisa in quattro grandi zone principali partendo dal Golfo di Corinto, cioè da quel grande specchio d’acqua che attraversa il centro della penisola, e possiamo distinguere queste zone come si farebbe per descrivere ogni altro paese, cioè utilizzando i punti cardinali. :


    • Parte settentrionale


      essa comprende la maggior parte della Grecia continentale, sebbene il sud fosse molto più densamente popolato. Partiamo in senso antiorario dal’Ovest, dove si trovano l’Epiro e la Tessaglia, separate dalla catena montuosa del Pindo, cui abbiamo già accennato. L’Epiro era una zona aspra e montuosa, celebre più che altro per il santuario di Zeus a Dodona, mentre la Tessaglia era la regione più fertile di tutta la Grecia. Per ultima, dalla parte opposta rispetto all’Epiro sulla costa del mar Nero, la Tracia: ora Bulgaria meridionale. Per gli antichi greci, questa zona era considerata selvaggia e dal paesaggio aspro, piena di bellicose tribù. Non era affatto un luogo invitante dunque, eppure venne colonizzata.

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Parte centrale

Composta da otto regioni: la Acarnania, l’Etolia, la Doride, la Locride, la Focide (dove si trova il monte Parnaso, ritenuto la dimora del dio delle arti Apollo, e delle Muse, che a tali arti presiedevano), la Beozia (dove si eleva il sacro monte Elicona), l’Attica (dove sorge la città di Atene, destinata a diventare la capitale spirituale dell’Ellade e successivamente dell’intera civiltà occidentale) e in ultimo la Megaride. La città più grande in questa parte della Grecia era Tebe, in Beozia e  in questa regione si trovava anche Delfi, luogo sacro, che ospitò il famoso oracolo. Era una sorta di Città del Vaticano, con tanto di Basilica San Pietro, per tutta quanta l’Ellade: era il santuario più importante, il più universale o “ecumenico”, come diremmo oggi; guida riconosciuta da tutti anche in tempo di guerra, centro spirituale – come appunto la Roma cristiana è stata, e ancora continua ad esserlo, per buona parte dell’Occidente e del mondo.

Parte meridionale

La Grecia meridionale composta principalmente dal Peloponneso, quasi un’isola unita al resto della Grecia solo dal già citato Istmo di Corinto, che prende il nome dalla omonima città dell’Acaia, un’altra regione sempre del sud. Da ricordare poi l’Arcadia, famosa per i suoi verdi pascoli e ricordata spesso dai poeti, tanto che diverrà il simbolo di un genere letterario che durerà a lungo, anche quando il mondo antico sarà tramontato. La maggior parte delle più famose città dell’antica Grecia poi si trovavano in realtà proprio in questa zona: Sparta, la città grande rivale di Atene, che era nella Laconia, regione separata dalla Messenia dal monte Taigeto; Olimpia che era situata nella regione dell’Elide, ed era la sede dei famosi giochi; Corinto di cui abbiamo già parlato; Argo che si trovava assieme alle città di Micene e Tirinto nella regione dell’Argolide, dove sono conservati i monumenti della più antica civiltà greca.

Le isole e dintorni 

Sappiamo tutti che la Grecia non si riduce solo alla sua penisola, e questo era ancora più vero nell’antichità:  sono almeno 1.400 le isole che facevano parte dell’arcipelago dell’Ellade, alle quali dobbiamo aggiungere altre terre più lontane.

Ecco una breve lista dei luoghi più importanti dell’antica Grecia, tra isole e quelli che potremmo definire “territori d’oltremare” (come si usa ancora oggi per alcune aree geografiche remote e gestite dal punto di vista amministrativo dalle ex potenze coloniali, quali Gran Bretagna, Francia e altri):

    • Isole Greche Nord Ovest

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      Le isole occidentali del Mar Ionio: Aree importanti ad ovest della Grecia continentale come Corcira (l’odierna Corfù), Leucade, Cefalonia o Cefallenia (tristemente nota anche per l’eccidio della Divisione Acqui dell’Esercito italiano da parte delle truppe tedesche avvenuta tra il 15 e il 26 settembre 1943 alla fine della Seconda Guerra Mondiale), Itaca (la Patria di Ulisse) e Zante o Zacinto e alla quale Ugo Foscolo, nativo proprio di quest’isola, dedicò il suo celeberrimo sonetto omonimo.

    • Isole del Mar Egeo

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      Le isole del Mar Egeo: l’Eubea è la più grande di tutte, appena al largo della costa orientale della Grecia. I suoi abitanti si consideravano molto diversi e distinti da quelli della penisola.

      Isole Cicladi

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      Un po’ come ai giorni nostri i Sardi o i Siciliani, che spesso si riferiscono al resto d’Italia come “Il Continente”. Lungo le coste della Tracia inoltre vi erano altre isole, come ad esempio Apollonia. Abbiamo poi le Sporadi e infine le Cicladi: il grande gruppo di isole del sud, comprese le località come Naxos, Paro e Delo. Il nome delle Cicladi, deriva dal greco “cyclos”; infatti esse formano appunto un “cerchio” attorno a Delo, isola sacra ad Apollo.

    •  
Isole greche Ionia

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Asia Minore: la costa occidentale dell’odierna Turchia. Durante il periodo buio, per secoli, moltissimi greci emigrarono dalla madre patria in queste zone e crearono nuove città greche in Eolia e nella Ionia (regioni storiche della Grecia Antica, ora parte anch’esse dell’odierna Turchia). Tra queste sono da annoverare Samo, Lesbo (patria della poetessa Saffo), Chio, Rodi (famosa per il famoso Colosso, la statua che era una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico).

    • Creta (con le città di Cnosso e Festo) e Cipro: grandi isole importanti a sud-est che svilupparono le proprie civiltà indipendentemente dalla Grecia continentale. Infatti, la civiltà greca iniziò proprio a Creta.

Creta e Cipro

    • Altre isole: dicevamo che la Grecia delle isole, nel mondo antico, poteva includere circa 1.400 isole in totale, ma di queste solo 250 circa erano realmente abitate e molte di queste avevano popolazioni grossomodo di non più di un centinaio di persone. Ognuna di queste possiede una sua affascinante storia: ad esempio Lemno.
    • L'isola di Lemno

      L’isola di Lemno

      Le isole dell’Egeo e di Creta costituivano per la Grecia continentale una sorta di ponte verso l’Asia Minore, mentre quelle che si trovavano nel mar Ionio facilitavano i contatti con la Sicilia e l’Italia meridionale.

 Nel prossimo episodio – > : Vedremo come inquadrare la Cronologia della storia greca. La datazione degli storiografi greci si riferiva alle liste degli Arconti di Atene o a quella degli Efori di Sparta e, successivamente, in base ai cicli di quattro anni in riferimento alle Olimpiadi. Si pone quindi il problema di come “tradurre” queste varie cronologie nel quadro della datazione che noi utilizziamo ancora oggi. 

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