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IL MAUSOLEO DI ALICARNASSO

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Il Partenone è un tempio dell'Acropoli di Atene, in Grecia (Europa). Fu un santuario in onore della dea Atena per quasi 900 anni. Il nome Partenone significa in greco "il luogo della vergine". Fu costruito tra il 447 aC e il 432 aC durante il governo di Pericle. È considerato una delle più grandi realizzazioni architettoniche dell'antica Grecia. L'edificio è stato costruito utilizzando fondamenta in pietra calcarea e 22.000 tonnellate di marmo, progettato dagli architetti Ictino e Callicrate. Possiede 46 colonne doriche che sostengono il tetto, con 8 tra la parte anteriore e posteriore e 17 su ciascun lato. Nel 1687 un'esplosione di polvere da sparo danneggiò l'edificio. Thomas Bruce, VI° conte di Elgin sottrasse alcune delle sculture, ora chiamate Elgin Marbles, dal Partenone nel 1759. Sono esposte al British Museum dal 1816.
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Ricostruzione del Mausoleo di Alicarnasso
Ricostruzione del Mausoleo di Alicarnasso

Il Mausoleo di Alicarnasso o Mausoleo di Mausolo (greco antico: Μαυσωλεῖον τῆς Ἁλικαρνασσοῦ; turco: Halikarnas Mozolesi) fu una monumentale tomba costruita tra il 353 e il 350 a.C. ad Alicarnasso (l’attuale Bodrum, in Turchia)  da Mausolo (in greco Μαύσωλος), satrapo dell’Impero achemenide, per sé stesso e per Artemisia II di Caria, sua sorella e moglie.. La struttura è stata progettata dagli architetti greci Satyros e Pytheos.

Era alto circa 45 metri e ciascuno dei suoi quattro lati era decorato con rilievi creati da ciascuno dei quattro maggiori scultori greci: Skopas di Paro, Leochares, Timoteo e Bryaxis. La struttura finita fu considerata un trionfo estetico da Antipatro di Sidone, che la designò come una delle sue sette meraviglie del mondo antico. Il termine mausoleo venne ad essere usato genericamente per qualsiasi tomba di grandi dimensioni, sebbene “Mausol-eion” originariamente significasse “associato a Mausolus”. L’edificio fu distrutto dai successivi terremoti dal XII al XV secolo.

Vite di Mausolo e Artemisia

Mausolo
Mausolo

Alicarnasso fu la capitale di una satrapia sulla costa dell’Anatolia. In quell’anno il monarca, Ecatomno di Milasa, morì lasciando i suoi domini al figlio Mausolo. Ecatomno, un satrapo locale dei persiani, prese il controllo di molte delle città e dei distretti vicini. Dopo Mausolo e Artemisia, ebbe anche diversi altri figli e figlie: Ada (madre adottiva di Alessandro), Idrieo e Pissodaro. Mausolo estese il suo territorio fino alla costa sud-occidentale dell’Anatolia e con Artemisia – era usanza in Caria che i satrapi sposassero le loro sorelle, preservando il potere e la ricchezza della famiglia – governò il territorio intorno ad Alicarnasso per 24 anni. Mausolo, sebbene discendesse dalla popolazione locale, parlava greco e ammirava lo stile di vita e di governo ellenico: fondò molte città in stile greco lungo la costa e incoraggiò le tradizioni democratiche greche.

Alicarnasso

Mausolo decise di costruire una nuova capitale, tanto difficile da conquistare quanto magnifica da vedere. Scelse la città di Alicarnasso, ritenendo la sua posizione favorevole: bastava infatti controllare con le navi un piccolo canale, così da poter tenere a bada tutte le imbarcazioni nemiche. Rifondò la città adattandola a un principe guerriero. I suoi ingegneri allargarono il porto della città e usarono la sabbia dragata per realizzare bracci protettivi davanti al canale. Sulla terraferma, si pavimentarono piazze, strade e case per i cittadini comuni, e su un lato del porto si costruì un massiccio palazzo fortificato, che dominava il mare e le colline – luoghi da cui i nemici avrebbero potuto attaccare.

Sempre sulla terraferma, furono costruite mura e torri di guardia, oltre a un teatro in stile greco e un tempio ad Ares, il dio greco della guerra.

Artemisia si prepara a bere le ceneri del marito Mausolo (1630 circa), attribuita a Furini
Artemisia si prepara a bere le ceneri del marito Mausolo (1630 circa), attribuita a Furini

Mausolo e Artemisia spesero una gigantesca somma, ricavata dagli introiti delle tasse, per abbellire la città. Acquistarono statue ed opere d’arte e fecero costruire templi e scintillanti edifici di marmo. Nel centro della città, Mausolo pensò di far costruire un monumento che sarebbe stato il  luogo di riposo eterno, al momento della sua dipartita,  per sé e sua moglie. Sarebbe stata una tomba che avrebbe mostrato per sempre quanto fossero stati ricchi e potenti, sia lui che la sua regina.

Morte e memoriale

Nel 353 a.C. Mausolo morì, lasciando Artemisia col cuore affranto dal dolore. In suo omaggio, ella decise di portare a termine la costruzione della tomba più splendida del mondo allora conosciuto. Divenne una struttura così famosa che il nome Mausoleo è oggi associato a tutti i più sontuosi edifici funerari, attraverso l’uso moderno del termine.

 Il monumento era anche talmente bello e unico che divenne una delle sette meraviglie del mondo antico.

Dopo la costruzione della tomba, Artemisia si trovò in crisi. Rodi, un’isola nel Mar Egeo tra la Grecia e l‘Anatolia, era stata conquistata precedentemente da Mausolo. Ma quando si sparse la notizia della sua morte, gli abitanti si ribellarono e inviarono una flotta di navi per conquistare la città di Alicarnasso. Sapendo che la flotta di Rodi era in arrivo, Artemisia nascose le proprie imbarcazioni in un luogo segreto all’estremità orientale del porto della città. Dopo che le truppe della flotta di Rodi sbarcarono per attaccare, la flotta di Artemisia si impossessò dei vascelli rodesi. Quindi la regina fece imbarcare i propri soldati sulle navi degli invasori e li mandò a Rodi. Pensando che la loro stessa flotta stesse tornando vittoriosa, i rodesi non pensarono a difendersi e furono vinti facilmente, reprimendo così la loro la ribellione.

Artemisia visse per altri due anni dopo la morte del marito. Le urne con le loro ceneri furono deposte nella tomba ancora incompiuta. Come sacrificio, un gran numero di animali morti furono posizionati sulle scalinate che portavano al sarcofago, che fu sigillato con pietre e macerie. Secondo lo storico Plinio, gli artigiani decisero di interrompere i lavori dopo la morte del loro committente, “considerando che era insieme un monumento alla loro stessa fama e all’arte dello scultore”.

Costruzione

Modello ipotetico del Mausoleo di Alicarnasso a Miniatürk.
Modello ipotetico del Mausoleo di Alicarnasso a Miniatürk.

Artemisia decise di non lesinare sulla costruzione del mausoleo. Mandò inviati in tutta la Grecia per trovare gli artisti più talentuosi dell’epoca, incluso Scopas, che aveva supervisionato la ricostruzione del tempio di Artemide a Efeso. A lui si unirono altri famosi scultori come Briaxis, Leocarés e Timoteo, oltre a centinaia di altri artigiani.

La tomba fu costruita su una collina che domina la città. La struttura sorgeva in un cortile recintato, al centro del quale si trovava una piattaforma con la tomba. Una scala, fiancheggiata da statue di leoni in pietra, conduceva alla sommità della struttura. Lungo il muro esterno di questo, c’erano molte statue raffiguranti divinità maschili e femminili. In ogni angolo, guerrieri di pietra a cavallo custodivano la tomba. 

Al centro della piattaforma c’era il sarcofago vero e proprio. Realizzato principalmente in marmo, era un blocco quadrato, che si ergeva di circa un terzo dei 45 metri di altezza del mausoleo nell’insieme. Questa sezione era ricoperta da sculture in rilievo raffiguranti scene d’azione della mitologia e della storia greca. Una parte mostrava la Centauromachia, la battaglia tra i centauri e i Lapiti; un’altra, i Greci che combattevano le Amazzoni, una razza di donne guerriere.

In cima a questa sezione della tomba, trentasei snelle colonne, nove per lato, si elevavano di un altro terzo dell’altezza totale del monumento. In piedi tra ogni colonna c’era un’altra statua. Dietro le colonne c’era una struttura robusta che reggeva il peso del massiccio tetto dal mausoleo. Il soffitto che comprendeva la maggior parte dell’ultimo terzo dell’altezza, era una piramide. In cima c’era un carro: quattro enormi cavalli tiravano un carro sul quale erano raffigurati Mausolo e Artemisia.

Medioevo

Il mausoleo in rovina così com'è oggi
Le rovine del Mausoleo di Alicarnasso.

Il mausoleo ha fornito per diversi secoli una vista panoramica della città di Alicarnasso. Era intatto quando la città cadde nelle mani di Alessandro nel 334 a.C. e ancora intatto dopo gli attacchi dei pirati nel 62 e nel 58 a.C. Rimase sopra le rovine della città per circa 16 secoli. 

Poi una serie di terremoti distrusse le colonne e fece cadere il carro di pietra. Nel 1404 era ancora riconoscibile solo il basamento naturale del mausoleo. 

Nel XV secolo gli Ospitalieri invasero la regione e costruirono un imponente castello. Quando decisero di fortificarlo nel 1494, usarono le pietre del mausoleo. 

Nel 1522 le voci di un’invasione turca indussero i crociati a rafforzare il castello di Alicarnasso (ora chiamata Bodrum) e gran parte del resto della tomba fu smantellato e utilizzato per le mura di questa fortificazione. Il marmo levigato della tomba è ancora visibile.

Un giorno, un gruppo di cavalieri penetrò nella base del monumento e scoprì la stanza contenente la grande bara. Ritenendo che fosse troppo tardi per aprirla, tornarono la mattina successiva, ma trovarono la tomba e tutti i tesori in essa contenuti, ormai trafugati. 

Il castello di San Pietro di Alicarnasso a Bodrum, in Turchia.
Il castello di San Pietro di Alicarnasso
a Bodrum, in Turchia.

Anche i corpi di Mausolo e Artemisia andarono perduti. I cavalieri dissero che i ladri dovevano essere degli abitanti dei villaggi musulmani, ma è altrettanto probabile che alcuni dei crociati stessi fossero i veri autori dei furti e della profanazione. 

Sulle pareti del piccolo museo costruito nei pressi del mausoleo, viene riportata una descrizione diversa dei fatti: ricerche archeologiche degli anni ’60 del novecento, hanno mostrato che prima dell’arrivo dei cavalieri, dei ladri di tombe avevano già scavato un tunnel sotto la camera della tomba, rubandone il contenuto. Inoltre è più probabile che Mausolo e Artemisia siano stati cremati; quindi, nella camera del sarcofago era posta solo un’urna con le loro ceneri.

(Dalle versioni multilingua di Wikipedia)

Il Tempio di Zeus Olimpio ad Olimpia, costruito tra il 470 e il 456 a.C. C., era il modello dei templi greci classici di ordine dorico. Il tempio sorgeva sul santuario più famoso di tutta la Grecia, dedicato alle divinità panelleniche locali e fondato probabilmente verso la fine del Periodo miceneo. Era, all'epoca, il tempio greco più importante dell'antica Grecia. Pausania afferma che il tempio e la statua di Zeus furono eretti dal bottino preso dagli Elidi durante la distruzione di Pisa, città dell'Elide. Sappiamo che queste due città si contesero Olimpia; alcuni eventi storici (nel 471 in Elide fu costituita una nuova polis democratica) confermerebbero la testimonianza di Pausania. Il tempio è tradizionalmente attribuito all'architetto Libon di Elide.

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