Nike, la dea alata della vittoria, sia in guerra che in una competizione pacifica. Era la figlia del Titano Pallade e di Stige, la ninfa che presiedeva il fiume di quel mondo inferiore.
Quando Zeus stava raccogliendo alleati all’inizio della Guerra dei Titani, Stige portò i suoi quattro figli Nike (Vittoria), Zelos (Ardore), Kratos o Cratos (Potere) e Bia (Violenza) al servizio del dio. Nike fu così nominata suo auriga e insieme i quattro divennero sentinelle del trono di Zeus.
Nike era raffigurata nell’antica pittura vascolare greca con una varietà di attributi tra cui una corona o una fascia per incoronare un vincitore, un oinochoe e una phiale (ciotola e coppa) per libagioni, un thymiaterion (bruciatore di incenso), un altare e una lira per la celebrazione della vittoria nel canto.
Nelle scene della Guerra dei Giganti appare come l’auriga di Zeus. Nell’arte del mosaico e nelle monete Nike è spesso raffigurata con in mano un ramo di palma come simbolo di vittoria.
Nelle sue statue, Nike assomiglia un po’ ad Atena – cui era strettamente identificata, essendo a volte era poco più che un suo attributo – ma può essere facilmente riconosciuta dalle sue grandi e splendide ali e dal suo drappeggio fluente, che è negligentemente allacciato sulla spalla destra, e che nasconde solo parzialmente la sua bella forma. Nella mano sinistra, tiene in alto una corona di alloro, e nella destra, un ramo di palma come abbiamo già indicato.
Nella scultura antica, Nike è di solito rappresentata in connessione con le statue colossali di Zeus o Pallade-Atena, nel qual caso non è a grandezza naturale, ma sta in miniatura in equilibrio su una sfera, tenuta nel palmo aperto della divinità che lei accompagna. A volte è rappresentata intenta ad incidere una dedica alla vittoria di un qualche conquistatore sul suo scudo, il suo piede destro è leggermente sollevato e posto sempre sopra una sfera. Nike venne talvolta moltiplicata in una miriade di Nikai (Nicae, Vittorie).
A questa divinità venne eretto un celebre tempio sull’Acropoli di Atene, che si può vedere ancora oggi e che è in ottimo stato di conservazione.
Victoria
Con il nome di Victoria, Nike era molto onorata anche dai Romani, per i quali l’amore per la conquista era una caratteristica fondamentale. C’erano diversi santuari a Roma dedicati a lei, il principale dei quali era sul Campidoglio, dove era abitudine dei generali, dopo il successo ottenuto con le armi, di erigere statue della dea in commemorazione delle loro vittorie. La più magnifica di queste fu innalzata da Augusto dopo la battaglia di Azio. Una festa veniva celebrata in onore di Nike il 12 aprile.
(Libera traduzione e rielaborazione da Myths and Legends of Ancient Greece And Rome di E. M. Berens, 1880 e da www-theoi-com, con aggiunte e integrazioni)