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L’ANARCHIA MILITARE: DA MASSIMINO A GORDIANO III

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Alessandro Severo era un uomo buono e ben istruito. Ma cercò invano di fermare il declino dello Stato e pagò questi suoi sforzi con la vita. L'esercito era diventato onnipotente ed egli non poté fare nulla contro di esso. Durante il suo regno (222-235), le famose terme iniziate da Caracalla furono terminate.
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Denario in argento di Massimino il Trace
Denario in argento di Massimino il Trace

Massimino (235-238). I due Gordiani (238). Balbino e Pupieno (238)

I legionari, adoratori della forza bruta, elessero dunque ad imperatore Massimino il Trace, dotato di statura atletica e di una forza erculea. Costui regnò trattando crudeltà chiunque gli facesse ombra e che odiava, ricambiato, l’aristocrazia senatoria romana; combattè i Germani assalendoli nel proprio territorio. Le sue vittorie però non riuscirono ad appianare i suoi contrasti con il senato, che riconobbe quale imperatore Marco Antonio Gordiano (Gordiano I) e il suo figlio omonimo, proconsole della provincia d’Africa, anch’esso già nominato dalle legioni.

Denarii in Argento di Balbino e Pupieno
Denarii in Argento di Balbino e Pupieno

Il legato della Numidia, fedele a Massimino, mosse contro i due monarchi. Il figlio (Gordiano II) fu vinto e trucidato nella battaglia, il padre (Gordiano I) si uccise di propria mano . A questa catastrofe il senato, che non poteva più indietreggiare, nominò due altri imperatori: Decimo Celio Balbino e Marco Clodio Pupieno, poi aggiunse a loro, col titolo di Cesare, il giovane Gordiano (Gordiano III) nipote di Gordiano il
vecchio (Gordiano I)
. Massimino, scendendo dalla Pannonia in Italia per vendicarsi del senato, fu fermato ad Aquileia che gli chiuse le porte.

Massimino assediò invano la città, e le sue milizie ribellatesi per via della rigida disciplina, lo uccisero insieme col figlio (238). Finché durò il pericolo, i due imperatori, Balbino e Pupieno, erano vissuti in accordo; cessato questo dichiararono apertamente le loro ostilità, lottarono per sopraffarsi reciprocamente e alla fine furono entrambi uccisi dalla guarnigione romana.

Gordiano III (238-244)

Busto di Gordiano III
Busto di Gordiano III

Fu quindi innalzato ad imperatore il giovane Gordiano III che aveva appena compiuto tredici anni. Egli si scelse come reggente Timesiteo, uomo integro e di grande capacità; ne sposò la figlia ed ebbe sopratutto l’intento di migliorare le condizioni delle classi umili, favorendone l’emancipazione, rialzando la condizione della donna che per la prima volta fu chiamata compagna dell’uomo nelle cose divine ed umane.

Tuttavia l’impero
aveva più urgente bisogno di un valoroso capitano che di un riformatore.
Il rapido succedersi degli imperatori incoraggiava i Barbari, così nell’Oriente i Persiani, subentrati ai Parti, diventavano di giorno in giorno più pericolosi ; in Occidente i Germani erano sempre pronti a riversarsi oltre i confini dello stato. Già in quest’epoca si erano costituite tre grandi leghe di tribù germaniche : gli Alemanni,  un’accozzaglia di genti diverse, fra le quali troviamo i Suevi verso la Rezia; i Franchi, ossia gli uomini liberi (Tenteri,
Sicambri, Catti
, ecc.), ai confini della Gallia Belgica ; i Sassoni (Cauci, Frisoni, Cherusci) sulle spiagge del mare Germanico.

Oltre
a ciò cominciava ad affacciarsi verso i confini dello stato un altro
popolo, quello dei Goti; discesi dalla Scandinavia, s’erano stanziati nella Germania e poi trascinando con sè altre popolazioni ,erano pervenuti nel territorio lungo il Ponto Eusino, fra il Dnieper e il Danubio. Mentre i Franchi venivano vinti dal tribuno Aureliano, Gordiano otteneva vittoria sui Goti e sui Persiani (243). Ma subito dopo la liberazione della Mesopotamia la morte del suocero lasciò Gordiano senza appoggio ed egli cadde vittima, nel suo accampamento sull’Eufrate, del prefetto del pretorio, un soldato di nome Filippo I l’Arabo, che divenne il successivo imperatore (244).

L'Impero Romano nel III secolo
L’Impero Romano nel III secolo

(Libero adattamento da da Manuale di Storia Romana di G. Bragagliolo, 1896)

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Filippo (244-249) e Decio (249-251) caddero entrambi in battaglia. Sotto Decio iniziò una persecuzione dei cristiani più severa di tutte quelle che l'avevano preceduta. I diciassette anni successivi (251-268) sono un periodo di grande confusione. Diversi generali in diverse province furono dichiarati imperatori. L'Impero quasi cadde a pezzi, ma alla fine si risollevò senza perdite di territorio. La sua debolezza, tuttavia, era evidente a tutti. Questo periodo è spesso chiamato l'Età dei Trenta Tiranni. Cinque buoni imperatori regnarono e rianimarono in qualche modo la forza del governo in frantumi: Claudio (268-270); Aureliano (270-275); Tacito (275-276); Probo (276-282); e Caro (282-283).

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