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…UN CAOS! – V – LA VENDETTA DI REA

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< – Nelle puntate precedenti:

Crono tiranno ha ormai eliminato ad uno ad uno tutti i suoi nemici ed è lui, l’unico e indiscusso Signore dell’Universo. Ma la sua mente è sconvolta, ancora memore e atterrita dalla terribile profezia e maledizione del crudele  padre Urano, che egli ha spodestato. La moglie Rea dà alla luce una bambina, ma al lieto evento segue un orribile atto bestiale e il nuovo regno è macchiato anche esso dal delitto, dall’infamia, dall’orrore….

Padre e figlia di nuovo alleati contro il tiranno

Il Tempo (Crono o Saturno) o Il Cavaliere dell'Apocalisse (titolo incerto), Ulpiano_Checa, 1916

Il Tempo (Crono o Saturno) o Il Cavaliere dell’Apocalisse (titolo incerto), Ulpiano_Checa, 1916

Rea si allontanò da Othrys di nascosto, alla ricerca di sua madre e suo padre.
Aveva contribuito, assieme alla prima, al rovesciamento di Urano da parte del fratello e sposo Crono, ma aveva bisogno di nuovo dei suoi dei genitori, del loro sostegno e del loro saggio consiglio.
E Urano odiava più il figlio che lo aveva evirato, spodestato e scacciato, piuttosto che la sua sposa.

Per tre giorni e tre notti, Rea invocò Urano e Gaia vagando e gridando per i sentieri, i campi, le montagne.

“Gaia, tu Madre Terra, e Urano, tu Padre Cielo, ascoltatemi! Sono vostra figlia! Rea, di nome e di fatto, rea di aver cospirato contro il mio genitore! Ma ora ho bisogno del vostro aiuto! Crono, che ha mutilato te, padre mio, ora è diventato un mostro e un tiranno. Ha divorato cinque figli miei! Cinque bimbi appena nati, spinto dal suo folle terrore di poter essere detronizzato da uno di essi! Come può un padre divorare i suoi stessi figli? Quale dio può permettere che un abominio come questo avvenga?
Ora aspetto di nuovo un figlio. È qui, dentro il mio ventre, ed è un maschio! Lo sento!
Aiutatemi! Aiutatemi a salvarlo e sarete entrambi onorati in gloria e venerazione per sempre!”

Locandina del film Lady Macbeth diretto nel 2016 da William Oldroyd

Locandina del film Lady Macbeth diretto nel 2016 da William Oldroyd. La protagonista, Catherine, è una donna sposata, in un matrimonio imposto e senza amore, ad un giovane che non la ama e che la tiene segregata in casa, dove il suocero la umilia e la mortifica. Ben presto Catherine metterà in atto una terribile vendetta. Il personaggio può darci un’idea della situazione e dello stato d’animo in cui doveva trovarsi anche Rea e ci può far capire meglio anche il suo desiderio di rivalsa.

I Soprusi di Crono

Crono era divenuto sì il signore della terra, del mare e del cielo, ma governava non con saggezza e moderazione, ma come un odioso tirano, tenendo in mano sempre la falce, il simbolo della sua autorità. Il suo scettro.

Sottrasse la Terra a Gaia, s’impadronì del Cielo di Urano. Con violenza e soprusi strappò il dominio del mare a Ponto (Πόντος, Pontosos) e Talassa (Θάλασσα, Thalassa), due antiche divinità del mare, così come ai suoi fratelli Oceano e Tetide.

Non voleva condividere il regno con nessuno, non si fidava di nessuno. Da solo voleva governare e solo restava come tutti i tiranni: temuto ma non amato.

Gli unici momenti di gioia, tenerezza e piacere erano per Crono i frequenti amplessi che continuava ad avere con Rea che non aveva smesso di concedersi a lui, forse per paura o per amore disperato e cieco; a questi momenti di intimità, seguiva l’orrore per il raccapricciante pasto di carni dei neonati partoriti dal suo ventre, col quale il disumano consorte si saziava. Spettacolo al quale lei doveva assistere ogni volta, impazzendo dal dolore e in preda alla più completa impotenza.

Donna cannibale, scultura in avorio di Leonhard Kern (c. 1650).

Donna cannibale, scultura in avorio di Leonhard Kern (c. 1650).

Sposo cannibale

“O delitto a cui i posteri non crederanno mai e che nessun secolo potrà concepire!
Le viscere, strappate a questi corpi ancora vivi, tremano, le vene pulsano, e il cuore è ancora agitato sotto il peso del terrore.

[…] Fà a pezzi i corpi, taglia le spalle e stacca le giunture delle braccia dal tronco, estrae gli omeri, sega le ossa e lascia nella loro interezza solo la testa e le mani che si erano affidate alla sua lealtà .

[…] Parte della carne viene infilzata e distillata lentamente davanti al fuoco; l’altra viene gettata in una caldaia che la fiamma fa gorgogliare e gemere:

Il fuoco fugge da queste terribili vivande, deve essere ricacciato tre volte nel focolare per costringerlo infine a fermarsi e ad ardere suo malgrado.
Il fegato stride sullo spiedo. E non so dire chi gema più forte tra la carne o la fiamma che, nera come la pece, si disperde nel fumo.

Lo stesso fumo si fa nube triste e pesante, non sale dritto al cielo, ma oscilla nell’aria, e forma una fitta ombra intorno agli dei Penati e li ricopre.

O Febo troppo paziente! Sei tornato indietro, hai chiuso il giorno a metà della tua corsa; ma troppo tardi comunque.

L’infelice Tieste fa a pezzi i suoi figli, e con la sua bocca crudele divora le sue stesse membra.

[…] Sebbene il Sole abbia capovolto il suo carro, per seguire una rotta inversa, e la notte abbia avanzato da oriente ora per stendere su questo orribile delitto tenebre ignote, dovrai tuttavia vedere, infelice Tieste, dovrai conoscere l’eccesso della tua miseria.

Seneca, Tieste, Atto V

Così secoli dopo, Seneca descriverà un’atroce scena di cannibalismo di un padre (in questo caso ignaro) nei confronti dei suoi figli, nella sua tragedia, Tieste.

Crono divorò invece i propri figli in un unico boccone, ma l’orrore e il raccapriccio per questo atto mostruoso, dovettero essere simili a quelli che il dramma senecano ha evocato.

Dapprima Crono inghiottì il figlio Hade (Ἅιδης, Hades), poi allo stesso modo un’altra bambina, Demetra (Δημήτηρ, Dēmḗtēr) .
Venne poi la volta di Poseidone (Ποσειδῶν, Poseidṑn) un altro maschietto, e infine una terza femmina, Hera (Ἥρα, Hḕrā) .

Tutti ingurgitati interi, come si può ingoiare un uovo, un chicco d’uva, una ciliegia.
Chissà se pure in quei giorni il carro del Sole invertiva il suo corso per non essere costretto a vedere un tale scempio.

Il complesso di Crono

La psicoanalisi moderna ha un termine per definire questa perversa tendenza di un genitore a voler sopprimere i propri figli.
Il Journal of Mental Science (Volume 94 , Issue 395 , April 1948 , pp. 321 – 331) citato dall’Università di Cambridge,
(https://www.cambridge.org/core/journals/journal-of-mental-science/article/abs/medea-complex-the-mothers-homicidal-wishes-to-her-child/88F8000E527DC89DE99214BD8306CE80) lo definisce in questo modo:

Un Complesso, è un gruppo di idee investite emotivamente che producono delle attività inconsce. Contrariamente all’idea popolare e sentimentale di un amore materno prevalente, è comune, specialmente nella psichiatria infantile, trovare l’odio vivo di una madre e persino desideri omicidi nei confronti del proprio figlio. Ritengo che questo dovrebbe essere chiamato “Il Complesso di Medea”.

La psicoanalisi non sembra aver preso in considerazione un analogo impulso omicida da parte dei padri, sempre verso i loro figli.
Esiste certamente anche un “Complesso di Crono”, ma viene in genere più riferito alla psiche degli stessi figli, come inconscia volontà di soppressione e castrazione della figura paterna al fine di prenderne il posto

(https://oxford.universitypressscholarship.com/view/10.1093/acprof:oso/9780199566228.001.0001/acprof-9780199566228-chapter-7).

Il presagio: arriva un nuovo eroe

Con la bimba Era si giunse alla quinta figlia di Rea divorata. Ormai per quel marito-fratello, tiranno e padrone, mostro e antropofago, ella provava solo odio, rabbia, ribrezzo.

L’ultima volta che lui la prese, con forza e dolcezza allo stresso tempo, lei rimase di nuovo incinta del suo sesto figlio.

Era un maschio. Lo sentiva, era un presentimento troppo potente, un fuoco davvero divino.
Giurò che non avrebbe più permesso che Crono divorasse un altro suo bambino.

Udito il suo racconto, il Cielo tuonò in un rombo profondo e terribile. La terra sembrò tremare in un fragore spaventoso.
Vento, fulmini e terremoti, annunciarono l’arrivo di Urano e Gea, chiamati dalle grida e dalle preghiera della loro figlia.

Si riunirono tutti insieme, come una volta.
E meditarono uno stratagemma per salvare il nuovo dio che stava per nascere…

Ma di tutto questo vi parlerò altrove, seguitemi!

 Nel prossimo episodio – > : Approfondiremo alcuni termini fondamentali che abbiamo incontrato e che costituiscono non solo la base della mitologia greca, ma anche quella dell’intero pensiero filosofico occidentale: Caos, Cosmos, Mitos, Logos e tireremo le conclusioni di questi miti delle origini, in attesa di veder comparire sulla scena il nuovo eroe, l’eletto, il nuovo re del cielo e della terra: Zeus

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<span class="rt-reading-time" style="display: block;"><span class="rt-label rt-prefix">Reading Time: </span> <span class="rt-time">4</span> <span class="rt-label rt-postfix">minutes</span></span> Arpia ( greco antico : Ἅ ρπυια , plurale : Ἅ ρπυιαι , letteralmente "ladro, ladro"; derivato