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LA CASA GRECA

 

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Un oikos, plurale oikoi (greco antico: οἶκος, plurale: οἶκοι) è l'equivalente greco antico, tra le altre cose, di casa, famiglia, economia e proprietà. Gli oikos erano la pietra angolare della società durante il periodo classico. Si opponevano spesso alla politica generale perché avevano interessi contrastanti in un certo numero di aree. Non è solo un concetto dei tempi antichi, ma è usato anche oggi per indicare una società basata su un certo tipo di economia appunto. Il termine oikos è noto principalmente dalla letteratura ateniese, quindi non è chiaro fino a che punto il termine si applicasse all'intera Grecia. In quanto unità sociale, l'oikos era costituito dagli abitanti di una casa.
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«La maggior parte delle case sono modestissime, solo alcune sono decorose».
Aristofane, Le vespe, vv. 219, 248-257.

Le antiche città greche non erano famose per le loro grandi case. I Greci costruivano templi magnifici in cui onorare gli dei, ma le loro abitazioni erano piuttosto semplici e sobrie.

illustrazione di Pat TaylorDato che trascorreva gran parte del suo tempo nell’Agorà e in altri luoghi pubblici, potremmo supporre che la vita domestica per il greco fosse una questione di secondaria importanza. Anche se questo è vero fino a un certo punto: egli non si disinteressava della sua famiglia, come abbiamo già visto. In casa sua era il padrone supremo e la legge non interferiva con la sua autorità.

Assorto nella vita pubblica, l’Ateniese, il Tebano o il cittadino di Corinto (e ancor di più lo Spartano, sebbene in modo assai diverso), considerava però la sua casa soprattutto come il luogo in cui mangiare, dormire, recitare le preghiere quotidiane, intrattenere gli amici e conservare i propri beni; mentre ne lasciava la gestione quasi interamente alla donna “casalinga” e, se era abbastanza ricco, al suo seguito di servitori.

La pianta della casa

In generale venivano  utilizzate planimetrie piuttosto semplici e tutte abbastanza simili tra di loro :

  • C’era un cortile rettangolare adiacente a tutte le stanze, e da un lato una porta, alla quale era appeso un battente di metallo, che dava direttamente sulla strada. Questo aiutava a proteggersi dal sole abbagliante e dalla polvere delle strade. Plutarco scrive che le porte si aprivano verso l’esterno. Ragion per cui prima di uscire di casa si aveva l’accortezza di bussare per avvisare gli eventuali passanti che la porta stava appunto per essere aperta, evitando così per loro di trovarsi catapultati in una scena comica alla Stanlio e Ollio, dove uno cammina tranquillamente per i fatti suoi e gli compare improvvisamente un’anta di legno davanti, che lo colpisce in pieno viso.
    Il cortile stesso poteva essere circondato da una serie di colonne, che nelle case più belle producevano un effetto dignitoso e artistico. A volte c’era una secondo corte sul retro, circondato dagli appartamenti delle donne.
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  • Il soggiorno della casa era il luogo in cui i membri della famiglia trascorrevano la maggior parte
    della giornata.
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  • Quello che ancora oggi chiamiamo andróne s. m. [dal lat. andron -onis «passaggio», gr. ἀνδρών -ῶνος «appartamento degli uomini», derivato di ἀνήρ ἀνδρός «uomo»] era la parte della casa riservata ai soli uomini (sinonimo dunque di andronìtis).  Nei poemi omerici, viene citato ad indicare la grande sala principale della casa greca, e più tardi, la sala dei banchetti. Era la stanza più grande, poteva arrivare in alcuni casi anche fino a sei metri per cinque circa. Gli uomini dormivano in alloggi adiacenti all’androne.
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  • Il ginecèo s. m. [dal lat. gynaecēum, gr. γυναικεῖον, derivato di γυνή γυναικός «donna»] era la parte dell’abitazione riservata alle donne e ai bambini (detta anche γυναικών, o γυναικωνῖτις), situata nella zona più interna della casa, o ai piani superiori, del tutto separata dall’appartamento degli uomini. Qui esse tessevano e filavano

Pianta schematica di una casa ad Olinto

Le fondamenta erano in pietra, i muri in mattoni di fango o altri materiali e il tetto in tegole in argilla; i suoi pavimenti erano probabilmente in terra battuta. C’era quasi sempre anche una scala, generalmente in legno, che si trovava all’esterno nelle abitazioni dei ricchi, e veniva utilizzata per arrivare fino al tetto che era piatto, il quale veniva sfruttato proprio come una mansarda, infatti poteva contenere alcune camere da letto. Questi spazi all’occorrenza venivano affittati a contadini o a stranieri che si trovavano a passare in città.

“Nella nostra casa c’era un piano occupato da Filoneo quando veniva in città” 
(Antifonte, 1, 14.)

Non c’era un vero e proprio bagno e nemmeno la cucina come la intendiamo noi oggi, infatti i greci spesso cuocevano gli alimenti all’aperto. Quanto all’igiene della persona, ci si lavava con acqua fredda nell’intimità della zona notte, un luogo con parti in terracotta. L’acqua veniva ricavata da un pozzo nel cortile.

Ricostruzione di una casa greca

La Banda del buco

Poveri rifugi erano scavati nella roccia, per esempio nel quartiere di Coile (lo «Scavato») proprio dove le lunghe mura si ricongiungevano agli spalti delle mura della città. Una di queste caverne artificiali era composta di tre stanze con un vestibolo a tettoia; era chiamata, fantasiosamente, «la prigione di Socrate» mentre era un rifugio rupestre che serviva da fossa funeraria in epoca romana. Altre dimore erano solo addossate alle pareti della roccia tagliata a vivo o collocate su piccole terrazze ottenute per livellamento. Vicino a queste case da trogloditi erano scavate delle cisterne.

La vita quotidiana in Grecia nel secolo di Pericle, Robert Flacelière

I muri erano così fragili che per i ladri era più facile perforarli piuttosto che forzare porte e finestre, perciò ad Atene i ladri erano chiamati toichorichoi, cioè «fora-mura», un po’ come “I soliti ignoti “ del celeberrimo film di Mario Monicelli.

Quella volta che il ladro Calcos ebbe un battibecco con Demostene

“Un giorno a un ladro soprannominato Calcos, venne in mente di prendere in giro Demostene per via del fatto che se ne stava alzato fino a tardi a scrivere i suoi discorsi. «Capisco», gli rispose Demostene, «che vedere la mia lampada accesa tutta la notte disturbi il tuo “lavoro”. Ma voi Ateniesi, non vi meravigliate per i continui furti che vengono commessi in città: le nostre case infatti hanno le facciate di paglia e terra, e i nostri ladri la faccia di bronzo!»” 

Calcos infatti in greco vuol dire letteralmente “L’uomo di rame”, cioé un tipo sfrontato, o come diciamo noi oggi “una faccia di bronzo” appunto.

 

Sfratto esecutivo

Le finestre non c’erano sempre in tutte le case, ma in ogni caso erano non più grandi di un lucernario; i greci infatti non conoscevano i vetri trasparenti e le vere e proprie finestre, quando c’erano, erano costruite con pannelli opachi, per proteggersi dal maltempo.

I padroni di casa usavano con gli affittuari morosi, dei metodi molto rudi e sbrigativi, ma indubbiamente efficaci: smontavano la porta della casa o rimuovevano le tegole del tetto. Il metodo più crudele di tutti era o chiudere l’accesso al pozzo. Gli sfrattati andavano ad ingrossare in numero dei clochard o dei senza-tetto di Atene, tra i quali c’era anche qualche filosofo, come Diogene.

Le case di lusso

A prescindere dalla propria ricchezza personale, lo stile di un’abitazione greca era più o meno questo. Il lusso era rappresentato piuttosto dalle dimensioni della proprietà e dalla qualità della decorazione o delle finiture.

La decorazione e l’arredamento della casa corrispondevano, ovviamente, alla ricchezza dell’occupante. In genere i Greci preferivano il comfort al lusso. Ma l’arredamento, per quanto semplice, mostrava un gusto raffinato.

Le sedie, gli sgabelli e i divani erano realizzati in legno ornamentale. Le lampade, in metallo o terracotta, erano particolarmente artistiche.

In diversi punti del cortile delle case più lussuose, si potevano vedere statuette di bronzo o di marmo e vasi di metallo prezioso e di elegante fattura.

Casa di Delos con mobilia

(Fonti: La vita quotidiana in Grecia nel secolo di Pericle – Robert Flacelière, The Ancient Greeks For Dummies – Stephen Batchelor, Ancient Greece – L. F. Hobley, Outlines of Greek History – William C. Morey)

 

Le donne nel mondo greco antico avevano pochi diritti rispetto ai cittadini maschi. Incapace di votare, possedere la terra o ereditare, il posto di una donna era nella casa e il suo scopo nella vita era l'educazione dei figli. Questa tuttavia è una descrizione generale e quando si considerano le donne greche bisogna ricordare che le nostre fonti sono incomplete e non sempre imparziali.

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