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ROMA IN GUERRA: IL FORTE E L’ACCAMPAMENTO

 

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Col potenziarsi dell'esercito, i soldati romani furono dotati di uniformi standard. Il loro equipaggiamento, in particolare l'armatura, li avvantaggiava rispetto ai nemici. L'equipaggiamento personale dell'esercito romano si caratterizza per essere prodotto in grandi quantità e in serie, secondo schemi già stabiliti e per essere utilizzato in modo specifico. Questi progetti e usi specifici ricevettero il nome di res militaris o disciplina. La pratica regolare dell'uso dell'equipaggiamento durante le dominazioni della Repubblica e dell'Impero Romano portò all'eccellenza militare e a un gran numero di vittorie sul campo di battaglia. Il vocabolo "esercito", dal canto suo, deriva dal latino exercitus.
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Il forte o fortino

Il forte romano
Il forte romano

Il forte romano era una città in miniatura e anzi molte città moderne, come Torino (Augusta Taurinorum), si basano sull’antica pianta del forte romano. Un forte romano era sempre basato sullo stesso progetto di base, come se fosse stata una moderna produzione in serie, indipendentemente dai quali potessero essere le sue dimensioni o il luogo in cui esso veniva edificato. Tuttavia non esistono dei forti romani che siano identici tra di loro. Le fortezze legionarie erano le più grandi, accogliendo più di 5.000 uomini; in quelle più piccole alloggiavano invece le coorti di fanteria ausiliaria,  circa 500 uomini. Anche la flotta utilizzava fortezze costiere costruite secondo lo stesso progetto. Abbiamo anche fonti e tracce di forti assai più piccoli: i fortini, che ospitavano una dozzina di uomini.

Alcuni di questi furono in seguito trasformati in fortificazioni permanenti in pietra che ospitavano le truppe legionarie, come quella di Saalburg, in Germania

Il forte permanente si basava sulla stessa logica dell’accampamento temporaneo allestito durante le marce. Nel forte regnavano la disciplina e l’organizzazione. Ogni soldato romano doveva conoscere il proprio posto da occupare nel forte e questo valeva sia per la guarnigione stabile che per l’accampamento provvisorio notturno. I forti permanenti nacquero alla fine del I secolo d.C. e nel II secolo, quando le frontiere dell’Impero si delinearono stabilmente.

L'accampamento di Novaesium sul Reno nella Germania inferiore presenta la configurazione tipica di un accampamento romano che poteva ospitare circa 5000 legionari divisi in 10 coorti, a loro volta suddivise in 6 secoli di 100 uomini ciascuna ma che in realtà erano un po' più piccole.
didaL’accampamento di Novaesium sul Reno nella Germania inferiore presenta la configurazione tipica di un accampamento romano che poteva ospitare circa 5000 legionari divisi in 10 coorti, a loro volta suddivise in 6 secoli di 100 uomini ciascuna ma che in realtà erano un po’ più piccole.

La Difesa dei forti

I forti erano in linea di massima progettati a forma quadrata, con gli angoli arrotondati, porte a filo situate una per ogni lato e l’una di fronte all’altra. Tutti i forti, dal più piccolo al più grande, erano versioni in scala di questo stesso schema di base.

Un lungo parapetto in legno era sostenuto da bastioni fatti di erba e legno, alti circa 4-5 metri. Venivano inserite delle tavole di legno per rafforzare il manto erboso. Le mura erano di pietra, con un’altezza che poteva andare fino a 4,5 metri, munite di un parapetto di 1,5 metri nella parte superiore; spesso erano costruite come rivestimento di bastioni erbosi già esistenti. Un enorme fossato oltre alle mura, veniva scavato intorno al forte a forma triangolare (fossa). Venivano poi aggiunti altri fossati a volte utilizzando pali appuntiti scavati ai lati, qualora il luogo fosse particolarmente funestato dagli attacchi del nemico.

Le porte venivano protette e sorvegliate dai Romani con grandi torri-cancello laterali. Le torri intermedie intorno alle mura fornivano ulteriori punti di osservazione. L’interno del forte era diviso in varie zone da una griglia di strade parallele e intersecantesi fra loro. La parte più importante era la zona centrale (latera praetorii), dove si trovavano gli edifici amministrativi.

Una fortezza romana poteva essere costruita in legno e terra battuta o in pietra, o addirittura in una combinazione di tutti questi materiali. La manodopera era fornita dagli stessi soldati. Spesso diverse costruzioni di un forte, erette a pochi anni di distanza venivano edificate l’una sul tracciato dell’altra, a stratificazioni nello stesso sito, soprattutto a partire dal I secolo d.C.. Dopo questa data, i forti furono più spesso costruiti in pietra perché con le frontiere stabilite più nettamente, le basi permanenti divennero più necessarie delle costruzioni temporanee.

Un tipico piccolo forte romano poteva ospitare circa 480 truppe ausiliarie di fanteria e 128 di cavalleria.

Era costituito in questo modo:

forte romano1 – Il quartier generale (principia)
2  – La casa del comandante (praetorium)
3 – Granai (horrea)
4 – Caserma (centuriae)
5 – Magazzini o stalle
6 – Latrine
7 – Forni 
8 – Fossato
9 – Muro di pietra con
con argine retrostante
10 – Edifici fortificati

I forti disponevano di tutte le strutture necessarie per la vita quotidiana dell’esercito romano, comprese le armerie e le officine per fabbricare e riparare tutto ciò di cui il soldato aveva bisogno, da una semplice fibbia a un pezzo di artiglieria:

◉ Caserme (contubernia): Riempivano la maggior parte dell’area del forte, con un blocco per ogni centuria (80 uomini). 

◉ Casa del comandante (praetorium): Accanto al quartier generale.

◉ Le fortezze legionarie avevano anche case per i tribuni nelle vicinanze. 

◉ Granai (horrea): Di solito costruiti a coppie vicino all’edificio del quartier generale e pesantemente contraffortati per resistere al peso del grano.

◉ Quartier generale (principia): Il centro nevralgico dove venivano conservati gli stendardi, gli oggetti di valore e i documenti amministrativi. 

◉ Ospedale (valetudinarium): Non sempre costruito. 

◉ Officina (fabrica): Dove si poteva provvedere a tutte le necessità del forte, come la falegnameria, l’oreficeria e l’abbigliamento (non sempre costruita).

Tra gli edifici e le difese esisteva sempre un ampio spazio, in modo che i soldati potessero accorrere a difendere le mura del forte e a proteggere gli edifici. Le uniche strutture che si trovavano intorno al perimetro erano di solito i forni per cucinare (tenuti lontani dalle baracche a causa del pericolo di incendio) e le latrine. I bagni erano talmente a rischio di incendio che spesso venivano costruiti all’esterno del forte a una certa distanza (chissà che cosa davano da mangiare ai soldati!), ma le fortezze legionarie di solito avevano i loro servizi igienici all’interno delle mura.

Le planimetrie dei forti romani sono così simili, che se un archeologo trova alcuni punti di riferimento chiave attraverso gli scavi, il resto può di solito essere elaborato a partire da questi.

I forti sono il cuore del genio militare romano. Gli architetti militari potevano disporre le cose in modo semplice e veloce e ogni soldato sapeva cosa doveva fare e dove si doveva trovare una volta terminato il forte.

A volte le legioni costruivano depositi di opere specializzate, che erano dei veri e propri piccoli centri industriali, particolarmente utili quando la legione si trovava in un luogo isolato dove non era possibile acquistare vasellame e altri prodotti manifatturieri.

La XX legione di Chester, in Gran Bretagna, aveva un deposito di lavoro nelle vicinanze, in una località chiamata Holt. Qui la legione produceva, tra le altre cose, vasellame, mattoni e tegole, che poi spediva lungo il fiume alla fortezza di Chester. Ma l’esercito aveva grandi necessità di cibo e risorse. Inoltre, acquistava beni o semplicemente li requisiva come tributo dai territori conquistati.

Le guerre di espansione

Cesare teneva alla gloria militare più di ogni altra cosa. Così, quando divenne dittatore nel 46 a.C., iniziò il quarto grande periodo della storia militare romana: le guerre di espansione. Sotto Cesare, Roma sconfisse le Gallie celtiche e la Britannia che fu però definitivamente conquistata solo sotto l’imperatore Claudio.

L’esercito romano, che era già il più grande del mondo, divenne ancora più grande e più potente. Durante le guerre di espansione, l’esercito romano viaggiava con incredibile velocità ed efficienza (spesso grazie anche alle loro eccellenti strade). Non solo, i soldati romani erano anche rapidissimi nel costruire gli accampamenti.

Al termine di una dura giornata di marcia di più di 20 chilometri, i soldati allestivano una fortezza temporanea in pochissimo tempo. Circondavano il perimetro dell’accampamento con un fossato e un muro di tronchi di legno appuntiti, chiamato muro di palizzata, che si affacciava all’esterno per impedire ai nemici di entrare.

Si pensi a tutto il lavoro necessario: liberare lo spazio, scavare il fossato e abbattere gli alberi per il muro. Man mano che l’Impero romano si spingeva sempre più lontano nel mondo conosciuto, gli eserciti si allontanavano dal centro del potere, Roma, e facevano sempre più affidamento su soldati non cittadini e sugli ausiliari. Diventava sempre più difficile mantenere la pace sia all’interno dell’esercito sia nei territori.

accampamento romano

 

Campi temporanei e campi permanenti

In ogni tappa, i soldati romani costruiscono un campo militare. Questo viene fatto alla fine della giornata.

Alcuni campi furono allestiti per ospitare le truppe per un intero inverno. Questi campi sono chiamati castra hiberna.

A volte gli accampamenti militari romani diventano permanenti. Questi sono gli stativa. In questi casi venivano utilizzate costruzioni in muratura.

Gli accampamenti temporanei erano semplicemente dei forti costruiti mentre si era in marcia, come stanziamenti temporanei. L’esercito dopo marce e battaglie, aveva bisogno di una sosta notturna. Si sceglieva un luogo adatto su un terreno rialzato con accesso all’acqua e si costruiva sistematicamente il forte, sempre a partire dalla tenda dell’ufficiale in comando (praetorium).

Una volta tracciate le strade con tutti i posti per le truppe, i soldati si munivano di vanghe e scavarono un fossato di circa un metro di profondità, poi creavano dei bastioni.

Ogni uomo portava dei pali di legno, in modo da poter allestire immediatamente una palizzata. Alle truppe venivano poi assegnati vari compiti, come la guardia al bastione o la protezione dei rifornimenti. Al mattino o non appena l’esercito si spostava, l’accampamento veniva levato e il terrapieno veniva ributtato nel fossato.

Organizzazione dell’accampamento militare romano

L’accampamento militare romano veniva allestito vicino a un luogo di abbeveraggio e intorno all’accampamento si costruiva sempre un fossato, come abbiamo detto.

La tenda del generale e la caserma militare si trovano ovviamente nel campo militare. Ma anche l’organizzazione del campo si basa su quella della città romana. L’accampamento romano aveva anche un foro e un tribunale.

Il Vallo di Adriano (latino: Vallum Aelium) è una fortificazione costruita principalmente in pietra e legno, nell'Inghilterra settentrionale, all'incirca all'attuale confine con la Scozia. Prende il nome dall'imperatore romano Publio Elio Traiano Adriano, che ne ordinò la costruzione. È la prima di due fortificazioni costruite in Gran Bretagna, la seconda è la meno conosciuta Mura Antonini perché i suoi resti sono oggi meno evidenti. Iniziata nel 122 e completata nel 126, è la più vasta struttura di questo tipo costruita nella storia dell'Impero Romano.

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