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LA GUERRA DI TROIA – 26 – ACHILLE VS ETTORE: ENDGAME

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Zeus revoca il divieto all'interferenza degli dei che ora possono favorire liberamente entrambe le parti. Achille, ardente di rabbia e di dolore, uccide molti nemici. Avanzando contro i Troiani davanti a lui, Achille spinge la metà di loro nel fiume Scamandro e procede a massacrarli, riempiendo il fiume di morti. II dio di quelle acque, furibondo per la carneficina, affronta Achille ma viene respinto dalla tempesta di fuoco di Efesto. Gli dei combattono tra loro. Le grandi porte della città si aprono per accogliere i Troiani in fuga, e Apollo conduce Achille lontano fingendosi un Troiano.
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Ettore sfida Achille

Solo Ettore fra tutti i Troiani rimase fuori le mura, in piedi davanti alla Porte SceeAchille continuava a inseguire Apollo, credendo fosse Agenore, ma alla fine il dio si fece riconoscere dal suo inseguitore.  L’eroe lo rimproverò rabbiosamente del suo inganno, e poi con la massima rapidità si affrettò attraverso la pianura verso la città. 

Iliade, Marvel, 1977
Iliade, Marvel, 1977

Dai bastioni il vecchio re Priamo lo vide arrivare, e  gridò a Ettore, pregandolo, di rifugiarsi entro le mura. Anche la regina Ecuba, con le lacrime agli occhi, pregò il figlio di ritirarsi e di non essere così folle da contrastare il terribile capo greco da solo. Ma Ettore non volle cedere alle suppliche dei suoi genitori piangenti. Aveva rifiutato di seguire il consiglio di Polidama di ritirarsi in città la notte prima, e se fosse passato ora entro le mura, dopo che Achille aveva ucciso tanti Troiani, Polidama sarebbe stato il primo a rimproverarlo. Così l’eroe ragionava con se stesso e così decise di resistere e affrontare il suo nemico.

“No, se mai torno, devo tornare
Glorioso, e con il terrore del mio paese ridotto in polvere:
O se muoio, lascia che la mia patria mi veda cadere
Almeno sul campo, e in lotta a difesa delle sue mura”.

Omero, Iliade , Libro XXII.

 

Ettore ci ripensa e se la dà a gambe

Achille ora si avvicinava, era terribile a vedersi. Il suo grande giavellotto oscillava terribile sulla sua spalla, e una luce come di un fuoco ardente o di un sole nascente, brillava dalla sua armatura celeste. Ettore tremò di paura quando vide il capo greco. Tanto era il suo terrore che non osò aspettare, ma fuggì dietro le mura della città. Achille lo inseguì rapidamente, come un falco insegue una colomba. Corsero finché giunsero a due sorgenti dove sgorgava il torrente dello Xanto. Da una di queste saliva un vapore caldo, come un fumo di fuoco, e dall’altra una corrente fredda come ghiaccio, anche d’estate. I due guerrieri corsero via oltre queste.

Uno fugge, l’altro insegue.
Il coraggioso scappa, l’intrepido lo segue da vicino,
Rapidi sono entrambi. Non per un trofeo essi correvano
Non per un capo del gregge, O per la pelle di un toro, 
Che premio sono in palio della corsa a piedi, –
La fuga era per la vita del cavaliere Ettore.

Omero, Iliade , Libro XXII.

Per tre volte fecero il giro delle mura, alla vista dei Greci e dei Troiani. Anche gli dèi del cielo guardavano dalla cima del monte Olimpo. Zeus, avendo pietà di Ettore, pensava che dovessero salvarlo dalla morte. Ma Atena protestò. Il suo destino, disse, era stato fissato dal Fato e nemmeno Zeus poteva cambiarlo, almeno non senza l’approvazione degli altri dèi. 

L’inganno di Atena

Marvel Classics Comics ,The Iliad, Paul Gulacy
Marvel Classics Comics ,The Iliad, Paul Gulacy

Il re delle nubi fu costretto a cedere, e così il capo troiano fu abbandonato al suo destino. Allora Atena si precipitò al campo, e ancora Ettore fuggiva e Achille lo inseguiva. Ogni volta che passavano intorno, Ettore tentava di avvicinarsi ai cancelli sperando nell’aiuto dei suoi amici. Ma ogni volta Achille gli veniva davanti e lo allontanava verso la pianura, facendo segno ai Greci che nessuno di loro dovesse scagliare una lancia.

Apollo aiutava Ettore, dandogli forza e velocità, ma quando, per la quarta volta gli eroi raggiunsero le sorgenti dello Xanto, Zeus innalzò in alto l’aurea bilancia del destino. C’erano due piatti su di essa: uno per il figlio di Peleo, l’altro per il capo di Troia. Nel mezzo il re dei cieli tenne la bilancia e la sorte di Ettore cadde a terra. Immediatamente Apollo partì dal campo, perché non poteva più andare contro le Parche. Allora Atena si avvicinò al fianco di Ettore e assumendo le sembianze e la voce di suo fratello Deifobo, lo esortò ad alzarsi e combattere Achille.

“In affanno ti vedo, fratello, stare al passo del rapido
Achille, che, con piedi infaticabili,
Ti insegue intorno alle mura della città di Priamo.
Ma prendiamo posizione e respingiamolo”.

Omero, Iliade , Libro XXII.

Niente patti!

Incoraggiato così, come credeva, dal fratello, che fu sorpreso di vedere lì al suo fianco, poiché pensava che si trovasse nella città, l’eroe troiano si voltò e presto si trovò faccia a faccia con il suo grande nemico. Sapendo che era giunta l’ora in cui uno di loro doveva morire, Ettore propose ad Achille di fare un patto tra loro: che il vincitore della battaglia desse il corpo dell’altro ai suoi amici, in modo che i riti funebri potessero essere celebrati. Ma l’iracondo Achille rifiutò. Non avrebbe fatto alcun patto con il suo nemico.

“Maledetto Ettore, non parlarmi mai
Di alleanze! Uomini e leoni non fanno patti,
Né i lupi s’accordano con gli agnelli, ma ognuno 
Prepara il male contro l’altro. Quindi tra
Me e te  nessun patto può esistere,
né comuni intenti. Prima, uno di noi
Deve cadere e dare la sua linfa vitale al dio
Delle battaglie.”

Omero , Iliade , Libro XXII.

 

Iliade, Marvel Comics
Iliade, Marvel Comics

 

Fuori i secondi!

Poi iniziò il combattimento: Achille per primo scagliò la sua lancia. Era un’arma pesante, enorme e forte, che nessun braccio mortale, tranne il suo, poteva impugnare. Il suo fusto era stato ricavato da un albero che il famoso Chirone, istruttore di eroi nell’arte della guerra, aveva tagliato sul monte Pelio e dato al padre di Achille.

La sua forza
Da sola bastava per maneggiarlo. Era un frassino 
Che Chirone fece cadere in cima al Pelio e diede
A Peleo, perché fosse ancora la morte
Di altri eroi.

Omero, Iliade , Libro XVI.

Il capo troiano si chinò per evitare il colpo, e la lancia, passandogli sopra, affondò nella terra. Atena, non vista da Ettore, estrasse il giavellotto dal suolo e lo restituì ad AchilleEttore ora lanciava la sua arma. Con con vera precisione la scagliò, poiché colpì il centro dello scudo del suo antagonista, ma l’opera di Efesto non poteva essere trafitta, e così il giavellotto dell’eroe troiano balzò via dall’armatura di bronzo e cadde a terra. Ettore chiamò ad alta voce Deifobo per avere un’altra lancia. Non ci fu risposta, e poi guardandosi intorno scoprì di essere stato ingannato.

Tutto solo, sconsolato sta in piedi; poi, con un sospiro:
“È così: il cielo lo vuole e la mia ora è vicina.
Credevo che Deifobo avesse sentito la mia chiamata,
ma egli giace al sicuro oltre le mura.
Un dio mi ha ingannato; Pallade, è stata tua l’azione,
La morte e il nero fato si avvicinano! È che devo dare il mio sangue.

Omero , Iliade , Libro XXII.

 

Brad Pitt (Achille) ed Eric Bana (Ettore) nel film Troy di Wolfgtang Petersen, 2004
Brad Pitt (Achille) ed Eric Bana (Ettore) nel film Troy di Wolfgtang Petersen, 2004

La morte di Ettore

Tuttavia, Ettore decise di combattere coraggiosamente fino alla fine, e così sguainò la spada e si precipitò su Achille. Il guerriero greco, osservando da vicino il suo nemico mentre si avvicinava, notò un’apertura nella sua armatura, dove il colletto del corsetto si univa alla spalla. In quel punto spinse furiosamente la sua lancia e trafisse il collo dell’eroe troiano. Ettore cadde a terra, ferito a morte. Nei suoi ultimi momenti pregò Achille di inviare il suo corpo ai suoi genitori, dicendogli che gli avrebbero dato un grosso riscatto in oro. Ma le sue suppliche furono vane. Né con le preghiere né con la promessa dell’oro, il vincitore poteva essere commosso. Le ultime parole di Ettore furono parole che avvertivano Achille della propria rovina:

La morte di Ettore, Clément GontierLa morte di Ettore, Clément Gontier

“Verrà il giorno in cui il decreto del destino
E gli dèi adirati ti puniranno per questo torto;
Febo e Paride vendicheranno la mia sorte,
Di essere caduto qui davanti alle Porte Scee”.
Poi spirò. Il Fato soppresse il suo respiro affannoso,
E i suoi occhi si spensero per mano della morte.

Omero, Iliade , Libro XXII.

Così morì il grande campione dei Troiani. I Greci si accalcarono intorno all’eroe morto, ammirando la sua statura e la sua bella figura, e osservando l’un l’altro che Ettore era assai meno pericoloso da toccare ora di quando stava appiccando il fuoco alla loro flotta.

Ma l’ira di Achille non fu placata nemmeno dalla morte del suo nemico. Desideroso di maggior vendetta, legò i piedi dell’eroe morto con cinghie di cuoio sul retro del suo carro, lasciando che la testa strisciasse a terra, e così si diresse verso le navi, trascinando nella polvere il nobile Ettore.

I Troiani, vedendo dalle mura della città questo terribile spettacolo, scoppiarono in forti lamenti, e il re Priamo e la regina Ecuba furono quasi abbattuti dal dolore. Andromaca non era stata testimone del combattimento. Era a casa con le sue serve, a fare i preparativi per il ritorno di Ettore dalla battaglia, e quindi non era a conoscenza dei terribili eventi accaduti. Ma il suono dei lamenti sui bastioni le raggiunse le sue orecchie, quindi si precipitò fuori dal palazzo, temendo che fosse successo qualcosa al marito. Affrettandosi per le strade fino alla Porta Scee, salì sulla torre, e guardando la pianura vide il corpo del suo amato Ettore trascinato dietro le ruote del carro di Achille. Sopraffatta dal dolore alla vista, l’infelice donna cadde svenuta tra le braccia delle donne del suo seguito.

Un’oscurità improvvisa ombreggia i suoi occhi imperlati:
Sviene, cade; il suo respiro, il colorito spirano via.
I begli ornamenti dei suoi capelli, le trecce che li legavano,
La rete che li teneva e la corona che li cingeva,
Il velo e il diadema, volarono via lontano
(I doni di Venere nel giorno delle sue nozze).
Intorno a lei veglia uno stuolo di sorelle piangenti 
Per sollevarla, mentre affonda, con mani amorevoli.

Omero, Iliade , Libro XXII.

(Libera riduzione e traduzione da Michael Clarke, The Story of Troy, 1897)

Nel prossimo episodio

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Il fantasma di Patroclo appare in sogno ad Achille, che cerca invano di prenderlo tra le braccia; lo esorta a compiere i riti funebri in sua memoria e a far seppellire i propri resti. Vengono quindi compiuti molti sacrifici (vengono immolati buoi, cavalli, servi e dodici giovani troiani) e le spoglie del giovane vengono bruciate secondo la tradizione). Viene eretta una tomba e vengono raccolte le ceneri e le ossa di Patroclo in attesa di essere riunite a quelle di Achille. Quest'ultimo organizza giochi funebri di cui mette a disposizione numerosi premi. Così i guerrieri possono mostrare il loro valore nelle corse dei carri, nella boxe, nella lotta, nella corsa o nel lancio

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