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LA GUERRA DI TROIA – 36 – IL CAVALLO DI LEGNO

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La rischiosa missione di Odisseo di rubare il Palladio (un idolo di legno di Atena che proteggeva i Troiani) fu tra le sue missioni più difficili. Il feticcio era nascosto in un santuario dietro le mura di Troia. Una notte, travestito da mendicante, egli riuscì ad entrare a Troia inosservato. Odisseo fu riconosciuto solo da Elena , che ora era sposata con uno degli altri figli di Priamo. La donna desiderava ardentemente ritornare nella sua patria, Sparta, e così fu che rivelò ad Odisseo l'esatta ubicazione del Palladio e gli diede informazioni sul numero delle guardie. Il re di Itaca si insinuò quindi nel santuario e sorprese silenziosamente le guardie. Con il Palladio riposto al sicuro, tornò all'accampamento. D'ora in poi i Troiani avrebbero dovuto difendersi senza questa assistenza divina.
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Troia non era più sotto la protezione di Pallade Atena. Anche se questa dea stava dalla parte dei Greci nelle loro battaglie, essa era anche obbligata a salvare la città stessa finché la sua statua sacra fosse rimasta conservata all’interno delle sue mura. Ma essendo stato ora sottratto il Palladio da Troia, Atena era in quel momento libera di aiutare i Greci a conquistare e distruggere Ilio. Essa ispirò quindi nella mente di Odisseo l’idea del cavallo di legno e istruì il capo greco Epeo su come realizzarlo. Questo cavallo era di enormi dimensioni, abbastanza grande da contenere un centinaio di uomini, perché era cavo al suo interno.

Con l’aiuto di Minerva, innalzarono una macchina,
che appariva come un destriero di altezza mostruosa
scolpito interamente in legno di pino.

Virgilio, Eneide, II

Quando fu terminato, furono depositate al suo interno delle provviste. Allora OdisseoPirro, Menelao, Epeo e un certo numero di altri guerrieri greci, vi salirono per mezzo di una scala, dopo di che l’apertura venne fissata con robusti catenacci.

All’interno del fianco cavo,
Un gran numero di soldati si nasconde;
Con le armi, all’interno riempiono la terribile macchina;
E nelle viscere, le spade colmano quell’oscura dimora.

Virgilio, Eneide, II

Il cavallo di Troia

Il cavallo di Troia

Nel frattempo gli altri greci levarono il loro campo e, saliti tutti a bordo delle loro navi, salparono come se avessero rinunciato all’assedio e stessero per tornare in Grecia. Ma in realtà non andarono oltre l’isola di Tenedo, a circa tre miglia dalla costa.

In vista di Troia si trova Tenedo, un’isola
(mentre la fortuna sorrideva all’impero di Priamo)
Rinomata per la ricchezza; ma da allora, una baia infida,
dove giacevano navi esposte al vento e alle intemperie.
Là si era nascosta la loro flotta.

Virgilio, Eneide, II

Non appena i troiani videro dalle loro mura che le tende del nemico erano state rimosse e che la loro flotta era partita, furono pieni di sorpresa e di gioia. Credevano che i Greci avessero rinunciato alla guerra, e così, spalancate le porte, si precipitarono in massa sulla pianura, con in testa il re Priamo sul suo carro.

I Troiani, rinchiusi nelle loro mura così a lungo,
aprono i loro cancelli e escono in massa
come api brulicanti, e con gioia guardano
Il campo deserto, dove giacevano i Greci.

Virgilio, Eneide, II

Ma ben presto la loro attenzione fu attirata dall’enorme cavallo di legno, e si riunirono intorno ad esso, stupiti dalle sue grandi dimensioni, chiedendosi cosa significasse. Alcuni pensarono che fosse un cattivo auspicio per Troia e consigliarono di bruciarlo; altri proposero di trascinarlo in città e di collocarlo all’interno della cittadella.

(Libera riduzione e traduzione da Michael Clarke, The Story of Troy, 1897)

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Sia Cassandra che Laocoonte avevano avvertito i Troiani di non tenere il cavallo. Cassandra aveva ricevuto il dono della profezia da Apollo, ma fu anche maledetta dal dio e condannata a non essere mai creduta. Dei serpenti uscirono dal mare, inviati dal dio del mare Poseidone che voleva la caduta della città, e stritolarono Laocoonte ed entrambi i suoi figli mentre stavano compiendo un sacrificio sulla riva; un presagio divino che allarmò così tanto i Troiani, timorosi della punizione dei numi, che essi decisero di tenere il cavallo di legno.

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